TROLESE – Percorsi & Visioni
Due anime emergono dalle opere di Benito Trolese: quella veneta nella vivacità dei colori e quella nordica nella resa del tratto.
Pur realizzando anche incisioni con esiti brillanti, la sua vocazione primaria è senz’altro la pittura. Trolese è pittore visionario: il suo è un mondo di colori squillanti, animato da personaggi fantastici – pesci volanti, diavoletti e cavalli alati -. Non si tratta però di fantasie fini a se stesse: ogni soggetto simboleggia l’esperienza dell’artista, ciò in cui crede, ciò che pensa e che ricorda; non è un caso che talvolta compaia nei quadri l’autoritratto.
L’occhio, le bandiere, il cavallo e l’aquila sono elementi simbolici tra i più ricorrenti. Nonostante questo, l’arte di Trolese è sempre in evoluzione, spia dei suoi mutamenti interiori. Un esempio di tale continua trasformazione sono le incisioni: in un primo momento l’artista dà importanza all’incisione colorata, successivamente elimina il colore, allo scopo di far risaltare di più il segno.
Ma Trolese non rappresenta solo soggetti fantastici: protagoniste sia di tele che di incisioni sono spesso le crocifissioni, toccanti nel lasciar trasparire il dolore e la crudezza dell’avvenimento.
Le opere di Tolese impressionano per la loro capacità di comunicare e, seppur non conosciamo quali vicende abbiano portato l’artista a dipingere una certa tela, non possiamo rimanere indifferenti di fronte a tanta espressività: il dolore dato da una cupa crocifissione o la gioia di una tela spruzzata di colori sgargianti.
Si compie, così, il mistero dell’arte: lo spettatore è portato ad interpretare ogni opera partendo dalla propria esperienza.
Clelia Bochese
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Mi sono sempre domandata, durante il mio percorso di studi, come si potesse diventare veri artisti. L’Accademia di Belle Arti può di certo aiutare ad acquisire un metodo ma, forse, questo non è sufficiente. Ritengo non ci siano scuole che insegnino a dare espressione di sé o del significato vero dell’esistenza.
La preparazione di questa mostra è stata per me una conferma. Mi ha permesso, infatti,di incontrare chi tale capacità di esprimersi l’ha pienamente acquisita con il tempo. In che modo? Semplicemente aderendo a tutte le circostanze che la vita gli ha presentato e facendo dello scontro con il quotidiano il contenuto della sua pittura e della sua grafica.
È proprio la profondità di questi contenuti che determina la necessità per Trolese di adottare un linguaggio da molti critici definito visionario o fantastico, due attributi dati, probabilmente, con troppa superficialità e che, comunque, si rivelano insufficienti nel delineare la produzione dell’artista. Una realtà tanto sentita non può non essere trasfigurata in termini simbolici.
Solamente il contatto diretto con l’uomo Trolese e quello ripetuto con la sua opera possono consentirci di svelare, almeno in parte, la patina di simbolismo che riveste la sua pittura e le sue incisioni, evitando l’invasività di coloro che domandano in modo troppo diretto e pretendono di comprendere tutto e subito.
Giulia Marcarini
Benito Trolese è nato a Venezia nel 1937. Nel 1951 ha iniziato a lavorare come soffiatore di vetro a Murano, per poi trasferirsi a Bolzano nel 1956. Qui l’incontro con Willy Valier e la frequentazione dei corsi serali organizzati dall’associazione dei pittori di lingua tedesca, lo hanno condotto nel 1969 ad elaborare le sue prime opere significative.
Sempre a Bolzano ha realizzato la sua prima mostra personale nel 1970, seguita da una seconda a Milano. L’anno successivo si è trasferito definitivamente nel capoluogo lombardo, dove ha incontrato Bruno Munari e Renzo Margonari. Nel 1976 ha aderito al centro culturale Bafomet di Firenze; tra il 1981 e il 1986 ha dato vita al gruppo Aleph ed è iniziata la sua partecipazione alle triennali milanesi di incisione. Il 1987 è l’anno della pubblicazione del suo primo catalogo. Nel 1990 ha realizzato due mostre personali, la prima a Milano presso la Galleria Senato, la seconda presso la Galleria Spazi Arte di Piacenza. Nel 1995 è stato invitato alla mostra “Sulle rotte dell’animale tra immaginario e fantastico” a Bressanone. A Milano nel 2000 ha preso parte alla mostra “Per inciso” al Museo della Permanente ed ha partecipato con una grande crocifissione alla “Biennale d’Arte Sacra” nella Chiesa del Carmine.
Per quanto riguarda le partecipazioni all’estero è stato selezionato per la “National Print Exhibition” alle Mall Galleries di Londra e nel 2001 ha partecipato alla Biennale Europea dell’Incisione di Acqui Terme e alla “International Miniprint Triennial” al Lahti Art Museum, in Finlandia.
Tutt’ora vive e lavora a Milano.