Terra grigia, terra nera, terra fertile
Dipingo la terra fin dai miei esordi: poi nel tempo, la Brianza, la bassa milanese, la campagna francese, la terra santa. Anche quando l’ho chiamata paesaggio, partivo sempre dalla terra.
E sempre una terra segnata dalla mano dell’uomo. In questa tendenza c’è un’attenzione forse innata, maturata nella professione di chimico, alla composizione della materia. Ma non si tratta solo di approccio scientifico, bensì dell’avvertimento di un legame forte, solidale, radicato, quasi fisico fra la terra e l’uomo. Lo sguardo coglie con stupore così le distese coltivate come le fenditure di una zolla e viene immediata l’eco di passi evangelici in cui si parla del lavoro del contadino, del vignaiolo, della semina. La terra fertile, che porta frutto, reca sempre l’impronta del Creatore e della mano dell’uomo, che “fanno fiorire il deserto”.
Giancarlo Nucci.