LEONARDO MARALLA Fin nel titolo che Maralla ha indicato per questa personale si svela la natura profonda del suo lavoro, che è espressione, complessa nei modi e nelle forme, di un percorso, esistenziale prima che artistico, profondamente personale ma subito caricato di una valenza universale. Il punto di partenza, come svela Maralla stesso, è un’attenzione, una passione per il vissuto dell’uomo, che informa la sua arte ma anche la sua vita di medico, psichiatra e psicoterapeuta. Ecco che allora la sua vicenda pittorica si dispiega nel tempo come luogo di continua dialettica e perenne intreccio di vissuto personale e di vissuto altrui, scaturigine di un fecondo scambio che conduce a un reciproco arricchimento. In questo suo percorso Maralla non ha avuto un maestro, non ha optato per uno “stile”, non ha adottato una forma; piuttosto, proprio come in un cammino che continuamente svela nuovi orizzonti e nuove prospettive, ha sempre trovato il maestro, lo stile, la forma che meglio si confacessero alla tappa in corso. Si spiega così la continua e instancabile sperimentazione sui materiali, che lo ha portato dall’acquarello all’acrilico, all’olio, alle terre, al bitume, alla cenere, alla sabbia, ai materiali più diversi, alle volte prelevati direttamente dalla natura, e sui supporti (carta, tela, tavola, frammenti di legno di diversa fattura e provenienza), sperimentazione mai programmata o pianificata, ma naturale declinazione della sua posizione di uomo/artista in cammino. Dalle profondità oscure dei primi lavori, dove emergono figure come ombre, costrette e frammentate nell’iter affascinante e drammatico della presa di coscienza di sé e di sé in rapporto agli altri, il cammino si distende oltre le finestre che, come ultimo diaframma, si interpongono tra l’io e la traccia da seguire. Traccia che conduce sicura, attraverso paesaggi ancora una volta esistenziali prima che reali, ovvero luoghi di un vissuto prima che
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