E miglia da percorrere
LEONARDO MARALLA
Fin nel titolo che Maralla ha indicato per questa personale si svela la natura profonda del suo lavoro, che è espressione, complessa nei modi e nelle forme, di un percorso, esistenziale prima che artistico, profondamente personale ma subito caricato di una valenza universale. Il punto di partenza, come svela Maralla stesso, è un’attenzione, una passione per il vissuto dell’uomo, che informa la sua arte ma anche la sua vita di medico, psichiatra e psicoterapeuta. Ecco che allora la sua vicenda pittorica si dispiega nel tempo come luogo di continua dialettica e perenne intreccio di vissuto personale e di vissuto altrui, scaturigine di un fecondo scambio che conduce a un reciproco arricchimento. In questo suo percorso Maralla non ha avuto un maestro, non ha optato per uno “stile”, non ha adottato una forma; piuttosto, proprio come in un cammino che continuamente svela nuovi orizzonti e nuove prospettive, ha sempre trovato il maestro, lo stile, la forma che meglio si confacessero alla tappa in corso.
Si spiega così la continua e instancabile sperimentazione sui materiali, che lo ha portato dall’acquarello all’acrilico, all’olio, alle terre, al bitume, alla cenere, alla sabbia, ai materiali più diversi, alle volte prelevati direttamente dalla natura, e sui supporti (carta, tela, tavola, frammenti di legno di diversa fattura e provenienza), sperimentazione mai programmata o pianificata, ma naturale declinazione della sua posizione di uomo/artista in cammino. Dalle profondità oscure dei primi lavori, dove emergono figure come ombre, costrette e frammentate nell’iter affascinante e drammatico della presa di coscienza di sé e di sé in rapporto agli altri, il cammino si distende oltre le finestre che, come ultimo diaframma, si interpongono tra l’io e la traccia da seguire. Traccia che conduce sicura, attraverso paesaggi ancora una volta esistenziali prima che reali, ovvero luoghi di un vissuto prima che luoghi osservati, luoghi di esperienza anche drammatica prima che luoghi di contemplazione, lassù, al valico, dove la luce segna chiara non la meta, ma una tappa dalla quale ancora una volta ripartire.
Marco Vianello, 2004
Maralla, pone inconsapevolmente il dolore, la disperazione, il male, la follia tra i temi dell’arte. Si contrappone a quell’idea del bello come espressione di equilibrio, di serenità. Un’arte che descrive l’uomo in crisi, nei suoi momenti distruttivi. Un’arte del dolore che non è certo evasione e leggerezza. Egli è un artista che attinge alle immagini e alle sensazioni della follia, metafora dell’esistenza al limite della possibilità di esistere. Un’arte che scuote, richiama il volto più oscuro di questo animale che sa amare con raffinatezza ma anche uccidere con il gusto della perversione e del sadismo. È a quest’uomo che è dentro ciascuno di noi che la pittura di Maralla rimanda.
Vittorino Andreoli, 1996
L’ immagine di Maralla si chiude nel cerchio di una sostanza figurale stringente sui luoghi e sui paesaggi più elementari, che sovrastano il corso della storia e dell’uomo, ma assunti a luoghi ideali della fantasia e della mente che riflette sul destino e sui significati essenziali della vita e della morte. L’artista con queste evidenze talvolta allucinate, talaltre sorrette nella precisazione stilistica di un linguaggio talmente individuato da divenire quasi sigla, riesce a esprimere significati molteplici, a passare da toni di estrema violenza espressionistica a quelli di più rarefatto distacco.
Carlo Franza, 1999
Maralla è soprattutto un poeta. Le sue immagini, scritte, incise, graffiate, evocate con brani e lacerti di materie le più diverse sulla carta o sulla tavola, obbediscono sempre per lui, tra bitumi e oli, tra materie vegetali, colle, pigmenti e cementi, alle ragioni di uno sguardo lirico ed assorto che s’intinge nel più palpitante e sepolto nucleo delle memorie, alle radici stesse della coscienza e dell’affettività.
Giorgio Seveso, 2000
Sulla strada del mondo ciascuno regge il peso del proprio fardello e cammina sempre in cerca di qualcosa senza sapere cosa accadrà il giorno dopo. Siamo padroni dei nostri percorsi anche se, a volte, non riusciamo a sentirci liberi come vorremmo. Le incisioni di Maralla, rendono in pieno il significato e il valore del dolore e della gioia, della povertà e della solidarietà (…) e ricompongono, creativamente, il valore del “perché” la vita deve essere vissuta (…)
Giuseppe Vico, 2004
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Leonardo Maralla
Nasce nel 1953 a Milano.
Laureato in Medicina, si specializza in Psichiatria e successivamente in Psicoterapia.
Da sempre ha dato spazio, accanto all’attività clinica, alla formazione e alla ricerca
nel campo espressivo artistico. Espone in mostre collettive e personali dal 1990.
Mostre personali:
1993 – Centro Culturale “A. Manzoni” – Bresso (Mi)
1996 – Galleria Mosaico – Chiasso (Svizzera)
1996 – Banca Popolare di Milano – sede di Novate Milanese (Mi)
1999 – Galleria Lazzaro – Corsi – Milano
2000 – Centro Culturale S. Antonio – Milano
Venti opere vengono riprodotte nel volume “Amen”, raccolta di poesie di Francesco Mascheroni
2001 – Galleria Ciovasso – Milano
2001 – Centro Culturale Sergio Valmaggi – Sesto San Giovanni (Mi)
2001 – Galleria 27 – Novate Milanese (Mi)
2002 – Cinque opere vengono riprodotte nel volume “Pensieri dell’anima”, Ed. Libroitaliano, raccolta di poesie di Alessandra Delli Quadri
2002 – Galleria Mosaico – Chiasso (Svizzera)
2004 – Centro Culturale “A. Manzoni” – Bresso (Mi)